
Foto e video a fondo pagina.
Ulmet e’ un piccolo villaggio nel sud est della Romania, 400 metri di altezza per 90 abitanti nella contea di Buzau.
Parcheggiando la macchina nei pressi di un’ antica fontana che segna un crocevia di strade sterrate percorse solo da pastori, greggi e carri trainati dai cavalli, si arriva ad una grande quercia su cui qualcuno ha appeso una tavola con su scritto Babele.
Pochi passi ed ecco la prima, una roccia dalla forma improbabile, quasi un bozzolo di insetto con un diametro di poco meno di un metro, una delle piu’ piccole.
Iniziamo a salire il pendio e dopo una decina di minuti eccole, le pietre viventi.
A guidarmi e’ Vladimir Kirlov, un fotografo che conosco da prima che iniziasse a studiare fotografia nei miei corsi ma a raccontarci le storie piu’ interessanti e’ Vasile, un pastore che non vuole essere fotografato, ne lui, ne le sue capre.
Quando c’era Ceausescu questa zona era chiusa, aveva portato qui molti scienziati da Bucarest per far studiare questo fenomeno, dicevano che era un luogo con tanta energia”.
Ne era convinta anche la nonna di Vasile, come anche tutte le persone anziane di Ulmet, le pietre hanno poteri magici, basta toccarle per guarire da molti malanni ma soprattutto, se chi le tocca e’ triste o arrabbiato, riacquista subito il buon umore.
A vederle spuntare dal terreno in modo cosi’ insolito sembrerebbe davvero che siano vive, “le pietre che crescono”. Le chiamano anche cosi’ perche’ c’e’ la convinzione che anno dopo anno continuino a salire dalla superficie del terreno, in realta’ il motivo e’ molto controverso, alcuni parlano di erosione del terreno intorno alle pietre, facendole cosi’ emergere da una superficie che, abbassandosi, viene a mancare intono a loro, altri parlano di vera e propria “salita” in superficie, tutti pero’ ora concordano nel dire che questa crescita si sia fermata da molti anni.
La loro forma ricorrente, che fa pensare al fossile di un fungo gigante, ha scatenato la fantasia fino a far parlare di uova di dinosauro o di Ufo, a questo aggiungiamo le storie raccontate dai pochi abitanti del posto ed ecco che queste strane pietro assumono un alone di mistero e magia.
In effetti, vedendole, qualche perplessita’ la trasmettono, almeno fino a quando non entriamo nel merito geologico della loro formazione, anche questo solo ipotizzato, visto che i ricercatori sembra non siano in grado di garantire la spiegazione che hanno attribuito alle “Babele di Ulmet”: rocce sviluppatesi sul fondo del Paratetide, un ramo dell’oceano di Tetide che bagnava queste terre 155 milioni di anni fa e che per qualche strana ragione hanno continuato ad emergere dal terreno con una lentezza inesorabile
Altri rilevamenti scientifici attribuiscono questo curioso effetto alla loro composizione, il nucleo centrale infatti, formatosi, come abbiamo detto, 155 milioni di anni fa, contiene carbonato, sali minerali e calcare che, a contatto con l’acqua, aumenta di volume formando cerchi concentrici proprio come gli alberi. Inesorabile anche la lentezza con cui si sono formate, sembra infatti che per fare 4 o 5 cm di queste rocce siano serviti 1200 anni e alcune arrivano anche a due metri.
Ad accrescere la magia dei “bambini di Ulmet” non ci sono solo i racconti, anche la cultura locale, le abitudini degli abitanti, il loro quotidiano, fatto di ritmi ormai scomparsi quasi ovunque nel resto del mondo, ci proietta indietro di almeno un secolo, niente auto, niente o quasi telefoni, carri trainati da buoi o cavalli, attrezzi rudimentali per lavorare i campi.
Arrivare ad Ulmet e’ come fare un tutto nel passato a soli 40 km da Buzau, uno dei capoluoghi della Romania, nella storica regione della Muntenia, 135mila abitanti ed una economia industriale basata sulla produzione di materiali isolanti e prodotti metallurgici.
Senza voler necessariamente trovare spiegazioni scientifiche o accreditare le piu’ fantasiose leggende, le Babele Trovantii sono semplicemente belle da vedere, e il modo migliore per viverle e’ proprio lasciarsi trasportare dall’alone di mistero che le circonda da sempre.
Piero Leonardi











Il video è stato girato durante il mio viaggio esplorativo, quando non ero ancora a conoscienza delle informazioni scientifiche sul fenomeno dei sassi che crescono.
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