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Ci sono stato per la prima volta nel 2009  e ogni volta che ci penso mi viene in mente l’incontro con un navajo che vendeva bigiotteria lungo una pista. I monili navajo sono una fonte di guadagno molto diffusa tra le persone senza un reddito stabile.
Stavo comprando qualcosa per mia figlia e mia moglie quando dissi all’uomo, forse mio coetaneo: “Scusa per il mio inglese, io parlo bene solo l’italiano.”
“Scusa tu per il mio inglese” mi rispose, “io parlo bene solo navajo.”
E prosegue: “Da dove vieni?”
“Dall’Italia.”
“Ah!” Esclama, poi prosegue, “Io guido ogni giorno 5 ore per venire qui a vendere i miei lavori.”
Vedendo la mia espressione sorpresa mi chiede: “E’ un grande paese l’italia?”
“No, l’italia è un piccolo stato.”
“Ed è molto lontano?”
“Si è lontanto, in Europa, oltre l’Oceano Atlantico.”
E lui ancora: “Ah!”
Al che, ormai convinto che non conoscesse l’Italia continuo: “L’Italia è il paese dove c’è il Papa.”
E lui di risposta: “Who is the Pope?” (chi è il Papa?)

Queste sono le Riserve Indiane. Un territorio che racchiude quelle che, secondo me, sono le bellezze naturali più spettacolari del pianeta, abitate da tribù che hanno in parte sostituito carri e cavalli con grossi pick-up ma che non hanno abbandonato la loro cultura e le loro tradizioni, adattandosi a fatica ad un mondo che cerca in tutti i modi di omologarli.
I Four Corners sono un concentrato di tribù. I Navajo sono la più popolosa ma anche gli Apache, gli Hopi, i Mescaleros e tante altre minori. Tutti radunati in questi quattro stati che confinano formando 4 angoli retti in un punto: il Four Corners Monument, dove puoi toccare contemporaneamente Arizona, New Mexico, Utah e Colorado.
Potrei scrivere per ore parlando di scenari unici, mettendo quello che secondo me è ultimo in ordine di bellezza ma che in Europa è forse il più famoso: il Grand Canyon.
La verità è che durante gli oltre 4.000 km che percorriamo ogni volta che vengo qui per un workshop, ci troviamo avvolti da talmente tante meraviglie naturali da non riuscire a fare un elenco soddisfacente e completo.
Tra tutti sicuramente quello che mi emoziona ogni volta è l’Antelope Canyon vicino Page in Arizona, in realtà sono due, il Lower e l’Upper, entrambe luoghi sacri per i Navajo. Il primo è una stretta fessura profonda circa 30 metri provocata dall’erosione dell’acqua nella roccia arenaria di colore rosso/arancio.
Il secondo, geologicamente simile al primo, è un pò più ampio ed al contrario del Lower, non si deve scendere per entrarci, il fuoristrada si ferma allo stesso livello dell’ingresso.
Nella stessa zona di Page c’è l’Horseshoe Bend, una spettacolare ansa formata dal fiume Colorado poco dopo essere uscito dalla grande diga del Lake Powel. Un balcone naturale permette di affacciarsi e vedere il percorso a forma di ferro di cavallo che il fiume fa circa 200 metri più in basso.
Il terzo luogo che voglio citare è molto più a sud, nel New Mexico e sono le White Sand, un deserto bianco come la neve formato da sabbia di selenite o gesso in cristalli (non idrosolubile). Oltre 700 kmq di dune a circa 20 km da Alamogordo.
Tornando a salire verso nord, nello Utah, a pochi km dal confine con il Colorado abbiamo l’Arches National Park, un’area in cui la natura ci ha regalato le sue migliori sculture: archi naturali e formazioni di arenaria rossa che nemmeno la mano dell’uomo poteva fare così belle.
Come dicevo, potrei andare avanti per ore a raccontare i Four Corners ma questo voleva essere solo un articolo introduttivo, per gli approfindimenti vi invito a leggere gli articoli dedicati scrivendo “Four Corners” nel campo di ricerca o cliccando sulle foto qui sotto.

Antelope Canyon Lower, Arizona.

Horseshoe Bend, Arizona.

Mexican Hat, Utah.

Santa Fe, New Mexico.

White Sands, New Mexico.

Santa Fe, New Mexico.

Valley of the Gods.

Bryce Canyon.

Scrivi “Four Corners” nel campo di ricerca in alto per visualizzare tutti gli articoli su questa regione.

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la più grande riserva indiana degli Stati Uniti.
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