
A Saintes Marie de la Mer, in Camargie, il 25 e 25 maggio di ogni anno, alcune comunità di gitani si radunano per festegiare la loro santa protettirice: Sara la Nera.
La leggenda racconta che Maria Iosè e Maria Salomè, insieme alla loro serva Sara, partirono dalla Palestina e, a bordo di una barca, vagarono per il mediterraneo fino a naufragare nei pressi della costa francese, qui furono tratte in salvo proprio dalla loro serva, divenuta così Santa Sarah la Nera, patrona delle comunità gitane dei Manouches, Coradores, Dinti e Rom.
Per due giorni la comunità balneare che sorge sulla foce del Piccolo Rodano si anima di musiche, balli e canti che nascono spontanei per le vie del paese.
Saintes Marie de la Mer ci accoglie con l’atmosfera ed i profumi raccontati da Giovanna Righini in “La dove soffia il mistral”.
Le case bianche, la spiaggia, i vicoli, i tanti negozi e loro, i gitani.
Si radunano qui da più di due secoli per festeggiare la loro protettrice, le cui reliquie sono custodite nella cripta della cattedrale Notre Dam de la Mer.
La chiesa, con i suoi merli ed il tetto su cui si può salire per vedere il paesaggio, si fa notare da km di distanza, davanti il mare e alle spalle il parco della Camargue, ricco di flora e fauna che, con i suoi quasi 1000 kmq, si estende come un triangolo racchiuso tra il Piccolo e Grande Rodano. Inizia dalla città romana di Arles, sede di “Le Rencontres” uno dei festival di fotografia più importanti al mondo, e si apre a ventaglio con Port Luis ad Est e Saine Marie de la Mer ad Ovest.
Popolato da più di 120mila uccelli, migliaia di tori della Camargue e dai famosi cavalli bianchi della Camargue, il parco è meta del turismo da tutta Europa, grazie anche ai suoi 50mila fenicotteri rosa stanziali, ai suoi paesaggi e alle grandi spiagge. La più nota è sicuramente Plage de Beauduc, paradiso degli amanti del kite surf e del wind surf.
Non da meno la Plage de Piémanson, nota anche come spiaggia dallo spirito libero, animata ogni anno da campeggiatori e camepristi che cercano un contatto autentico con la natura, è infatti priva di elettricità e servizi ed il negozio più vicino è a un’ora di auto.
Le dune sono le vere dominatrici delle spiagge, selvagge e mutevoli regalano ogni volta paesaggi diversi.
Prima di tornare a parlare della festa voglio citare due cose sulla Camargue: le Saline di Giraud, le più grandi d’Europa, autentiche montagne di sale che si affacciano su immense vasche di produzione di colore rosso, e Augues Mortes, che è appena fuori del parco ma merita tutta la nostra attenzione per la sua cinta muraria medievale ottimamente conservata. Forse un pò troppo turistica ma le sue radici storiche sono davvero affascinanti, oltre ad essere stata il porto di partenza per la settima e ottava crociata, fu anche una immensa progione per gli Ugonotti.
Torniamo ora un attimo a Santa Sarah, la città di Sainte Marie inizia a popolarsi già dalla settimana precedente. Non solo camper e roulotte, tipiche del mondo nomade moderno ma anche carri trainati da cavalli, talmente belli che ti viene voglia di viverci.
Tra questi c’è il bellissimo carro di Jeroen, un olandese di etnia sinti di quasi 70 anni che gira l’Europa con carro e cavallo, lavorava nel porto di Rotterdam come impiegato, arrivato alla pensione ha mollato la sua casa e ha iniziato a viaggiare con il suo carro. Lo incontro ogni anno, scambiamo sempre qualche parola ed ogni volta mi ripete il suo pensiero: “Non c’è nulla che ti apre la mente come viaggiare, più dei libri, più dello studio, perchè viaggiare ti fa vedere, ti aiuta a capire ed accettare le diversità”.

La processione con Maria Iosè e Maria Salomè.

Statua di Santa Sarah nella cripta di Notre Dam de la Mer.

Vasca di produzione del sale. La sua colorazione è dovuta ad un animaletto monocellulare: la Dunallella salina.

Il sale accatastato sul grande piazzale delle saline arriva a decine di metri di altezza.

Cavalli razza Camargue durante la processione

Ballo spontaneo in strada.

In Camargue ci sono 50mila fenicotteri stanziali.

Kite surf alla Plage de Beauduc.
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