
Foto e video a fondo pagina.
Racchiuse in un rettangolo geografico che ha ai suoi 4 angoli San Antonio, Carrizozo, Alamogordo e Las Cruces, le White Sands sono una delle meraviglie del sud degli Stati Uniti. Oltre 700 kmq di gesso in grani di selenite che ci regalano uno dei paesaggi più belli del pianeta.
Ci si può arrivare percorrendo la 25 fino a Las Cruces o prendendo a sinistra da San Antonio fino a Carrizozo e poi per Alamogordo.
Personalmente preferisco questo secondo percorso per due motivi, il primo è che a Carrizozo conosco un agricoltore che coltiva vari tipi di pepenoncino e quando passo di li faccio sempre la mia scorta di Habanero, la seconda sicuramente più interessante e misteriosa è la conformazione della roccia lungo la 380 tra San Antonio e Carrizozo, ci sono alcuni tratti del percorso lungo i quali la roccia ha la forma di onde, proprio come se delle onde del mare si fossero improvvisamente pietrificate.
Il motivo non è però da ricercare scavando indietro nei millenni: proprio nel deserto delle White Sands infatti, il 16 luglio del 1945, pochi giorni prima del lancio su Hiroshima, venne fatta esplodere la prima bomba atomica della storia. Un test in vista del suo primo lancio “ufficiale”. Il calore dell’esplosione ha liquefatto e spinto la roccia che solidificandosi subito dopo, ha mantenuto la forma dell’onda che aveva assunto qualche istante prima.
A circa 150 km verso est c’è la città di Roswell, ve la ricordate? Fu al centro dell’attenzione mediatica mondiale per essere stata teatro, nel 1947, di un presunto incidente in cui uno o più UFO precipitarono al suolo e i corpi extraterresti furono portati presso la famosa Area 51 in Nevada dove sarebbero ancora conservati.
Insomma, una zona ricca di eventi storici che alimentano l’interesse verso le candide dune di questo deserto quasi del tutto chiuso ai visitatori, accessibile solo in piccola parte, che basta però a perdersi se ci si avventura a piedi tra le dune senza le dovute precauzioni. Il resto è prevalentemente zona militare. Da qui partì anche lo Shuttle della missione spaziale STS-3.
L’ingresso è nella parte sud. Superato il gate si guida per qualche km prima di iniziare a vedere le dune, da quel momento in poi sembra di essere su un altro pianeta. Le forme morbide e bianche si susseguono a perdita d’occhio. Qui è ambientata anche una delle mie collezioni fotografiche: “Graphics”.
All’interno dell’area visitabile ci sono alcuni parcheggi con aree attrezzate per il barbeque ma attenzione, mentre fino a qualche anno fa era possibile rimanere all’nterno del deserto anche fino a tardi, ultimamente sono cambiate le regole e, alle 21, un ranger fa il giro dell’area per invitare i presenti ad uscire.
Ci è successo infatti di rimanere a metà con la nostra grigliata e dover ricorrere ad un ristorante di Alamogordo per la cena.
Il modo migliore per vederle è sicuramente addentrarsi a piedi tra le dune, mantenendo sempre il senso dell’orientamento per non perdersi. Io ho escogitato un metodo per evitare questo problema, acquisto dei palloncini ed una tanica di elio in un supermercato di Alamogordo, poi gonfio i palloncini, preferibilmente arancioni e gialli per avere un buon contrasto sia con il blu del cielo che del grigio delle nuvole e li lego ad un roccetto di filo da pesca, li faccio volare e lego l’altra estrmità all’auto, in questo modo, anche da molta distanza, seguendo i palloncini in aria tutti i membri del mio gruppo, da qualsiasi punto si trovino, possono tornare al van.
Una interessante particolarità di questo deserto è che ci crescono fiori, oltre ad altre forme di vegetazione tra cui alberi.
Gli orari migliori per fotografare le dune sono al mattino e poco prima del tramonto, i sole basso crea linee di luce ed ombra che se adeguatamente isolate nell’inquadratura, ci regalano foto di grande effetto.
Poco prima del tramonto c’è un punto, segnalato sulla strada, da cui parte il “sunset walking”, una passeggiata sulle dune, guidati da una ranger che spiega la storia geologica delle White Sands e, con l’aiuto di fotografie, la flora e la fauna del deserto. E’ forse uno dei momenti più belli di questa escursione.
Piero Leonardi
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