I cittadini italiani e comunitari non hanno bisogno di un visto per recarsi nel Regno Unito per turismo. Dopo la Brexit, l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, i cittadini italiani e europei possono comunque viaggiare in Inghilterra senza richiedere un visto turistico prima della partenza. Tuttavia la Gran Bretagna ha mantenuto i controlli alle frontiere e richiede che siano in possesso di un visto inglese sia i cittadini di alcuni Paesi extra-comunitari che risiedono legalmente in un Paese dell’area Schengen, sia i cittadini di alcuni Paesi extra-comunitari in possesso di un visto Schengen per turismo.

Nel caso in cui le norme previste dalla Brexit dovessero essere applicate alla lettera ti riporto sotto un articolo de Il Sole 24h che ti chiarirà cosa fare.

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Il visto e il passaporto
Dal 1° gennaio 2021, invece, per entrare nel Regno Unito, a qualsiasi titolo, occorrerà avere un passaporto.

La prima vera modifica riguarderà il visto. Prima delle elezioni, i conservatori hanno presentato un piano per l’immigrazione molto dettagliato. E adesso lo applicheranno. I turisti che arriveranno in UK da Paesi Ue, quindi anche dall’Italia, dovranno essere muniti di visto elettronico, da conseguire almeno tre giorni prima della partenza per la Gran Bretagna. Per ottenerlo sarà necessario seguire una procedura online molto simile a quella che attualmente è in vigore per ottenere l’ESTA (Electronic System for Travel Authorization) che consente l’ingresso negli Stati Uniti con l’ausilio del passaporto biometrico. Il visto statunitense costa 14 dollari, mentre il costo del futuro visto per il Regno Unito non è ancora chiaro. Visto alla mano, un turista che sarà registrato in entrata del Paese potrà fermarsi – magari a Londra – per un massimo di 3 mesi, scaduti i quali dovrà far ritorno nel suo Paese di origine. Per rimanere in Gran Bretagna oltre i tre mesi, infatti, sarà necessario un permesso di lavoro.

L’assicurazione sanitaria
Dal 1 gennaio 2021 le tessere europee di assicurazione malattia registrate nell’UE (ovvero quella che conosciamo come tessere sanitarie) non saranno valide. E qui arriva in aiuto anche l’Unione Europea, che nelle sue FAQ sulla possibilità di Brexit spiega:
«I cittadini dell’Ue non saranno più in grado di accedere all’assistenza sanitaria nel Regno Unito con la loro tessera europea di assicurazione malattia. Controlla con il tuo ente assicurativo se le spese mediche di emergenza sono rimborsate in un Paese non appartenente all’Ue. Se non lo sono, puoi decidere di sottoscrivere un’assicurazione di viaggio privata».
Per tutto il periodo di transizione (fino al 31 dicembre 2020), non è in programma nessun cambiamento per quanto riguarda l’assistenza sanitaria.
Per averla, dunque, è necessario possedere la tessera sanitaria italiana. Questo documento permette ai cittadini europei in terra britannica di ricevere cure e assistenza di base negli ospedali pubblici. E’ prudenziale comunque attivare un’assicurazione privata extra soprattutto per una vacanza che comprende più giorni di soggiorno.

Costi sul roaming telefonico
Altro capitolo riguarda i costi sul roaming telefonico. Da ormai un po’ di tempo, i cittadini italiani in UK (come nel resto dei Paesi europei) possono usare i loro piani tariffari come se fossero in Italia, senza sovrapprezzi. Lo ha stabilito l’Unione europea con una legge entrata in vigore il 15 giugno del 2017.
Con Brexit, le cose cambieranno (a meno che non ci siano accordi diversi nel periodo di transizione). Dal 1° gennaio 2021 i cittadini (possessori di sim italiane) che visitano l’Inghilterra, dovranno fare riferimento al proprio operatore telefonico circa gli addebiti roaming.

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